Roma, 28 settembre 2021 (Agonb) – Allo studio modelli di rischio che portino a strategie di intervento precoce per la leucemia linfoblastica acuta, un tumore che coinvolge i globuli bianchi noti come linfociti: si tratta del tumore infantile più comune e rappresenta il 25% di tutte le diagnosi di cancro nonché una delle principali cause di morte per cancro nei bambini. Chi sopravvive affronta un aumento del rischio di malattie cardiache, malattie polmonari, difetti neurocognitivi e un aumento del rischio di sviluppare un cancro secondario nel corso della vita.
Una nuova ricerca pubblicata sull’American Journal of Human Genetics, condotta dai ricercatori della Keck School of Medicine della University of South California, rivela che i bambini nati con una predisposizione genetica a produrre più linfociti, in particolare in relazione ad altri tipi di globuli bianchi, corrono un rischio maggiore di sviluppare questa forma di leucemia. Lo studio ha scoperto che i bambini geneticamente predisposti alla produzione di elevate quantità di linfociti hanno un rischio aumentato del 20% o più di sviluppare la malattia. Lo studio ha anche fatto luce sull’importanza del numero di linfociti in proporzione ad altre cellule chiave del sangue.
“Il nostro è stato il primo studio a cercare variazioni genetiche associate al rapporto tra linfociti e alcune altre cellule del sangue: il rapporto tra linfociti e monociti, il rapporto tra linfociti e neutrofili e il rapporto tra linfociti e piastrine – ha affermato Adam de Smith, assistente professore al Center for Genetic Epidemiology presso la Keck School of Medicine -. Sembra che non sia solo la propensione genetica a produrre un gran numero di linfociti, ma è anche il modo in cui quei numeri si riferiscono ad altri tipi di cellule del sangue”. (Agonb) Cdm 11:00.