Roma, 29 settembre 2021 (AgOnb) – Combinando il farmaco bevacizumab, che ostacola la capacità del tumore di creare i propri vasi sanguigni, con la molecola erlotinib, è possibile ritardare di 6 mesi la progressione del tumore del polmone con mutazione di un gene (EGFR). È quanto emerge da “Beverly”, studio clinico multicentrico, promosso e coordinato dall’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli. “La decisione di realizzarlo” – spiega Francesco Perrone, membro del Direttivo nazionale AIOM e Direttore Struttura Complessa Sperimentazioni Cliniche del Pascale – “è arrivata dopi i risultati promettenti riportati in una sperimentazione giapponese del 2014. L’aggiunta di bevacizumab alla terapia con erlotinib ha ritardato la progressione della malattia di circa 6 mesi rispetto ai pazienti trattati con il solo erlotinib. Il tempo senza progressione è risultato significativamente più lungo per il gruppo di pazienti trattati con la combinazione, con una durata media di 15 contro 9 mesi. La percentuale di pazienti con riduzione delle dimensioni del tumore e’ aumentata dal 50% al 70%. Questi risultati sono stati confermati anche da test radiologici. Anche la sopravvivenza globale è stata più lunga (33 contro 22 mesi) per i pazienti che hanno ricevuto la combinazione, ma questo risultato al momento non è statisticamente significativo”. (AgOnb) Mmo 12:00