Roma, 30 settembre 2021 (Agonb) – ‘’È possibile che tutto possa essere descritto scientificamente, ma non avrebbe senso, sarebbe come se descrivessimo una sinfonia di Beethoven come una variazione nelle pressioni di onde’’. Così affermò Albert Einstein, padre fondatore della fisica moderna, per far riflettere sul fatto che se descrivessimo un fenomeno artistico dal punto di vista scientifico, esso perderebbe la sua essenza. Fino ad oggi quando si parlava di esposizioni artistiche e scientifiche si faceva riferimento a due luoghi distinti, oggi questa idea di separazione è cambiata, infatti dal 12 ottobre 2021 al 27 febbraio 2022 si terrà al Palazzo delle Esposizioni di Roma un grande progetto chiamato “Tre stazioni per Arte-Scienza” che tratterà proprio di questo cambiamento. La mostra infatti rappresenta l’incontro tra la pratica artistica e quella scientifica, caratterizzate dallo stesso spirito di ricerca e curiosità, accompagnato inoltre da spunti e riflessioni sulla storia della scienza nella capitale.
Il progetto è promosso da Roma Culture ed è organizzato dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con numerose istituzioni pubbliche, tra le quali l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e per la realizzazione il polo museale della Sapienza Università di Roma. Come già sperimentato nel corso dei progetti degli ultimi anni, l’intento di Palaexpo è quello di promuovere la partecipazione di un pubblico variegato, e grazie all’unione di diversi saperi, vi è un netto cambiamento dell’idea stessa di “mostra”, che si proietta verso un’esperienza che coniuga aspetti espositivi con quelli pedagogici e performativi. Per questo motivo le mostre saranno accompagnate da un ampio programma di laboratori, conferenze, eventi e rassegne cinematografiche, nonché da un ricco palinsesto digitale.
Delle tre mostre che formano il percorso espositivo ci si imbatte dapprima nelle installazioni di “Ti con zero”, opera di trenta artisti italiani e internazionali la cui indagine dialoga con scienziati e istituti di ricerca. Da Spirit and Opportunity dello slovacco Roman Ondák, che invita gli osservatori a passeggiare in un ambiente marziano ricreato in calcestruzzo, pietra lavica, terra battuta e polvere d’argilla, a Deep swamp dell’australiana Tega Brain, un ecosistema vegetale permeato dall’intelligenza artificiale, per poi giungere alla monolitica scultura sonora Anti del tedesco Carsten Nicolai, la sensazione è quella di muoversi attraverso gli spazi della ricerca scientifica e tecnologica d’avanguardia. Proseguendo lungo il percorso, sempre al piano terra, si giunge alle stanze di “Incertezza”, mostra a cura dell’Istituto nazionale di fisica nucleare che propone un viaggio attraverso uno dei temi cruciali della modernità. Dalla definizione stessa di misura alla teoria della probabilità fino alla fisica del Novecento.
A questo punto nella parte finale del percorso, “La scienza di Roma. Passato, presente e futuro di una città”, che si trova al primo piano, viene affrontato il difficile compito di raccontare una Roma diversa. Anche qui, si prova a uscire dalla narrazione stereotipata della città eterna, per restituire ai visitatori la ricerca della scoperta degli ultimi due secoli capitolini.
Un progetto così ambizioso e fuori dalle righe dimostra, che il sapere non può fondarsi né sulle certezze né sulle separazioni disciplinari, ma può invece mantenersi nella dimensione della ricerca che è il luogo mobile e potenziale, incerto e libero, dove si incontrano la scienza e l’arte. Infatti ispirata da questo pensiero, la rotonda di Palazzo delle Esposizioni accoglie dialoghi e visioni in cui convergeranno i temi dei singoli progetti espositivi: conferenze, lezioni, performance, insieme alle opere in mostra, stabiliranno nuove temporalità di fruizione del sapere. (Agonb) Matteo Piccirilli 9:00