Roma, 2 ottobre 2021 (Agonb) – Sempre più vicine diagnosi precoci e terapie mirate per il carcinoma epatocellulare, la forma più comune di cancro al fegato che ha una sopravvivenza di circa l’8%. Lo screening attualmente si basa su un singolo biomarcatore, che potrebbe non essere in grado di rilevare tutti i sottotipi: molti casi, così, possono sfuggire alla diagnosi. In un nuovo studio pubblicato su Molecular Cancer Research un team di ricercatori della Medical University of South Carolina ha descritto l’identificazione, grazie a una tecnologia di imaging avanzata, di strutture di zucchero specifiche correlate a diversi sottotipi.
Circa il 60% delle proteine del corpo umano contiene zuccheri: questi zuccheri specifici, gli N-glicani, cambiano se si trovano in un ambiente canceroso. Il biomarcatore attualmente utilizzato per lo screening è in grado di rilevare solo uno dei due sottotipi aggressivi studiati dal team, riducendo la probabilità che la malattia venga rilevata precocemente. Dallo studio è emerso che un particolare zucchero, il fucosio, è invece associato all’altro sottotipo e potrebbe essere utilizzato come biomarcatore per la diagnosi precoce. (Agonb) Cdm 10:00.