Signori, con la formazione professionale non si scherza. Ci ha pensato il Ministero della Salute a fissare ben bene i paletti. Gli operatori sanitari, biologi compresi, avranno tre mesi di tempo per assolvere il loro obbligo formativo. Poi, a partire dal 2022, “scatteranno controlli e sanzioni che potranno andare da un semplice avvertimento fino alla radiazione“. Lo ha detto, a chiare lettere, il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, in un’intervista rilasciata al Quotidiano Sanità dove l’esponente del governo ha tracciato la strada, rimarcando l’importanza della formazione e dell’aggiornamento professionale, definiti “primi e più importanti pilastri per l’attività di ogni professionista sanitario”.
Come non sposare in pieno (e rilanciare) queste parole? Come non applaudire a chi indica proprio in questi due caposaldi, l’unico modo possibile per poter fare bene il proprio lavoro? D’altronde, che sia così, ce lo ha insegnato, più di tutti, proprio la pandemia di Covid. L’evoluzione delle nostre conoscenze sulla Sars-Cov-2 e la ricerca sui meccanismi con cui la malattia attacca l’organismo umano, ci hanno, infatti, portato a creare, in tempi rapidissimi, nuove armi contro il virus ed, in generale, a migliorare il modo con cui oggi siamo in grado di contrastarlo.
Bene. Se non ci fosse stato lo studio, se non ci fossero state la formazione professionale e l’Educazione Continua in Medicina (ECM) – quel vasto processo attraverso il quale i “camici bianchi” riescono a mantenersi aggiornati per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario ed al proprio sviluppo professionale -, come avremmo potuto respingere gli attacchi del morbo?
Sono questi, dunque, i presupposti dai quali partire. Formazione e aggiornamento: i due pilastri, appunto, come li ha etichettati il sottosegretario Sileri, sui quali la nuova “governance” dell’Ordine Nazionale dei Biologi ha inteso fondare il proprio rivoluzionario cammino fin dal giorno in cui si è insediata nel palazzo di via Icilio. Una vera e propria mission, quella che l’ONB si è data. Una sfida che la nuova Consiliatura dell’Ente di rappresentanza dei biologi italiani, ha affrontato e vinto grazie alla promozione di una formazione di livello e qualità elevatissimi, messa in campo sotto l’attenta regia del presidente Vincenzo D’Anna e le progettualità adottate dalla consigliera Claudia Dello Iacovo (in veste di delegata alla Formazione professionale dell’ONB) e dal consigliere Franco Scicchitano (referente ECM per l’ONB).
Decine e decine i webinar (in particolare in questa fase difficile legata alla pandemia, quando gli eventi in presenza sono diventati impossibili) proposti, insieme con corsi di aggiornamento, lezioni, masterclass ed iniziative semplicemente innovative, come “Formare Informando“, ad esempio, che ha visto il webzine dell’Ordine trasformarsi in “cattedra virtuale” per i lettori che hanno potuto, in tal modo, fortificarsi e apprendere nuove cose dalla semplice lettura di servizi e report affidati a “mostri sacri” delle Scienze Biologiche.
Tali eventi e progettualità – offerti i(non ci si stancherà mai di sottolinearlo) in maniera gratuita – hanno fatto sì che l’Ordine dei Biologi riuscisse a elaborare proposte sempre più al passo con i tempi, con il coinvolgimento di docenti universitari, esperti e personalità di rilievo del mondo scientifico, capaci di trasmettere il loro sapere agli operatori sanitari, trasferendo nuove conoscenze, abilità ed attitudini utili ad una pratica sempre più competente ed esperta, così da poter offrire una assistenza ed un servizio qualitativamente sempre più utili all’utenza.
Perché sì: formarsi significa prendersi cura del prossimo, a patto di poter godere di competenze aggiornate, presupposto essenziale per ogni buon professionista del “pianeta sanità”.