Roma, 7 ottobre 2021 (Agonb) – Il cancro del pancreas è difficile da trattare, soprattutto perché non ci sono segni o sintomi fino a quando non si è diffuso. Può essere resistente al trattamento e il tasso di sopravvivenza è basso rispetto ad altri tumori: a cinque anni dalla diagnosi si attesta infatti intorno al 5-10%. Ora, una speranza arriva da un team internazionale di scienziati dell’Università di Nottingham, della Queen Mary University di Londra, della Monash University e della Shanghai Jiao Tong University, che ha creato in laboratorio un modello 3D di adenocarcinoma duttale pancreatico combinando una matrice bioingegnerizzata e cellule derivate dal paziente che potrebbero essere utilizzate per sviluppare e testare trattamenti mirati.
Nello studio, pubblicato su Nature Communications, i ricercatori hanno creato un microambiente 3D multicellulare che utilizza cellule derivate dal paziente per ricreare il modo in cui le cellule tumorali crescono e rispondono ai farmaci chemioterapici. Attualmente i test preclinici si basano principalmente su una combinazione di colture cellulari bidimensionali (2D) coltivate in laboratorio e modelli animali per prevedere le risposte al trattamento che, tuttavia, non riescono a imitare le caratteristiche chiave dei tessuti tumorali. L’autoassemblaggio è il processo mediante il quale i sistemi biologici assemblano in modo controllabile più molecole e cellule in tessuti funzionali: sfruttando questo processo, il team ha creato un idrogel, biomateriale realizzato con proteine multiple ma specifiche che si trovano nel cancro del pancreas. Questo meccanismo di formazione consente l’incorporazione di tipi cellulari chiave per creare ambienti biologici in grado di emulare le caratteristiche del tumore di un paziente. (Agonb) Cdm 11:00.