Roma, 25 ottobre 2021 (Agonb) – L’immunoterapia ha rivoluzionato il modo di trattare il cancro ma “solo il 25% circa dei pazienti ne trae beneficio, quindi, è urgente identificare i biomarcatori predittivi per determinare chi dovrebbe ricevere il trattamento”, spiega Ishan Barman, professore associato di ingegneria meccanica della Johns Hopkins, coautore di uno studio condotto in collaborazione con i colleghi dell’Università dell’Arkansas e pubblicato su Cancer Research. Studio che prevede, per la prima volta, l’utilizzo di una sonda ottica non invasiva per comprendere i complessi cambiamenti nei tumori dopo l’immunoterapia.
Il loro metodo combina una mappatura dettagliata della composizione biochimica dei tumori con l’apprendimento automatico. Utilizzando una tecnica chiamata spettroscopia Raman, che utilizza la luce per determinare la composizione molecolare dei materiali ed è di recente stata ottimizzata per applicazioni biomediche, il team ha sondato i tumori del cancro del colon. “Questo è il primo studio che mostra la capacità di questa tecnica ottica di identificare una risposta precoce o una resistenza all’immunoterapia”, ha affermato Santosh Paidi, uno degli autori principali.
Il metodo è anche adatto per esplorare i cambiamenti compositivi del microambiente tumorale, piuttosto che delle sole cellule tumorali. Il team ha utilizzato i dati Raman per addestrare un algoritmo a determinare una serie di caratteristiche indotte dall’immunoterapia. Saranno necessarie ulteriori ricerche, ma il team ritiene che il lavoro aprirà la strada allo sviluppo di un metodo per prevedere se un paziente risponderà positivamente a questo tipo di trattamento. (Agonb) Cdm 11:00.