Roma, 30 ottobre 2021 (Agonb) – Un nuovo studio della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, pubblicato su Nature Communications, getta luce su come l’esperienza del presente si costruisca attraverso il recente passato. I ricercatori hanno elaborato gli algoritmi che il cervello impiega per modellare ogni nuova sensazione tattile, in funzione degli stimoli che si sono presentati in precedenza.
“Mentre percepiamo il mondo, la nostra storia di esperienza crea un contesto per comprendere il presente”, spiega Mathew Diamond, professore di Neuroscienze Cognitive. Il team ha studiato l’influenza dell’intensità degli stimoli precedenti sulla percezione dello stimolo attuale, scoprendo che la forza di una breve vibrazione, trasmessa sulla punta delle dita dei soggetti, determinava come venivano giudicate le vibrazioni successive.
Sulla base di queste osservazioni, gli autori hanno creato un modello matematico che prevede come verrà percepita una vibrazione: “forte” o “debole” in base alla recente storia sensoriale dell’individuo. Gli esperimenti hanno mostrato che brevi stimoli, anche se inferiori a un secondo, lasciano una traccia nel cervello per quasi un minuto. Queste tracce si accumulano, generando un pregiudizio nella percezione.
Sebbene un tale bias possa sembrare una distorsione dell’ambiente, si rivela vantaggioso: le informazioni vengono raccolte nel tempo, stimolo dopo stimolo, e la traccia a lungo termine consente ai soggetti di mettere a punto il canale sensoriale su un determinato intervallo di input. “Sebbene gli esperimenti e il modello matematico fossero limitati al senso del tatto, siamo convinti che gli algoritmi si applicheranno ad altre modalità sensoriali”, ha aggiunto il coautore Sebastian Reinartz. (Agonb) Cdm 11:00.