Roma, 2 novembre 2021 (Agonb) – Diagnosticare malattie polmonari croniche, determinarne la gravità e rendere i broncodilatatori più efficaci potrebbe diventare più semplice grazie a uno studio dei ricercatori della Rutgers University (New Jersey, Usa) e della Yale School of Medicine, pubblicato sull’American Journal of Respiratory Cell and Molecular Biology.
Secondo la ricerca, le persone con asma e malattia polmonare ostruttiva cronica hanno una proteina nei polmoni che rilascia una piccola molecola nel flusso sanguigno che, invece di rilassare le vie aree, limita la respirazione. Una proteina già nota ma mai definita nelle malattie delle vie aeree: lo studio ha rivelato che la proteina presente nelle membrane cellulari della muscolatura liscia nei polmoni di pazienti con malattia cronica delle vie aeree può perdere adenosina monofosfato ciclico (cAMP), che trasmette informazioni biologiche per aiutare a rilassare i muscoli polmonari e allargare le vie aeree. La sua perdita provoca dunque la costrizione delle vie aeree e la presenza di cAMP nel flusso sanguigno.
I ricercatori hanno poi definito il cAMP nel flusso sanguigno come biomarcatore, analizzando campioni di sangue da una coorte ben definita di pazienti asmatici: in questi ultimi, i livelli ematici di adenosina monofosfato ciclico sono apparsi più alti. (Agonb) Cdm 12:00.