Roma, 8 novembre 2021 (AgOnb) – Anche le api praticano il distanziamento sociale per proteggersi dai patogeni, così come ha sperimentato l’uomo durante la pandemia. Per proteggere: regina, giovani e covata, le api ricorrono a una sorta di segregazione, modificando l’uso dello spazio nell’alveare e le interazioni tra compagne di nido in presenza di un parassita. Uno studio condotto dal dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e da un team internazionale di ricercatori coordinato da Michelina Pusceddu, Ignazio Floris e Alberto Satta, ha documentato questo particolare comportamento. La Ricerca è stata pubblicata su Science Advances. I ricercatori hanno osservato colonie di api da miele infestate dall’acaro ‘varroa destructor’, fra i principali nemici degli alveari. In presenza dell’acaro, le api tendono ad aumentare il distanziamento sociale fra la coorte di giovani, che si prendono cura della regina e della covata, e le bottinatrici. “La scoperta – segnalano i ricercatori – rappresenta un aspetto nuovo e sorprendente, delle abilità comportamentali evolute di questi insetti per contrastare patogeni e parassiti. La capacità di modulare la propria struttura sociale e la frequenza dei contatti fra i singoli individui per contrastare la trasmissione di malattie, consentono alle colonie di api di massimizzare i benefici delle interazioni sociali ove possibile e di minimizzare il rischio specifico di malattie infettive quando le circostanze lo richiedono”. (AgOnb) Mmo 11:30