Roma, 16 novembre 2021 (AgOnb) – Un tempo il fiume che attraversa Londra, al centro di centinaia di romanzi, era un ecosistema vivo abitato da diverse specie, poi però la rivoluzione industriale, l’inquinamento causato dall’uomo e altri fattori lo hanno impoverito sempre di più. Proprio per via dei livelli estremi di inquinanti, nel 1957 il Tamigi era stato in pratica dichiarato “biologicamente morto”. Negli ultimi anni però gli sforzi per riequilibrare habitat ed ecosistemi del fiume hanno riportato il corso d’acqua ad essere nuovamente la casa di diverse specie. Persino gli squali. L’inversione di tendenza è stata rivelata in un rapporto della Zoological Society of London (ZSL) che ha compiuto un vasto studio sulle condizioni del corso d’acqua e che certifica come oggi il Tamigi ospiti diverse specie, fra cui alcuni esemplari di squali, come il galeo, che può raggiungere i due metri di lunghezza e vivere fino a 50 anni, oppure il palombo stellato o il velenoso “spurdog”. Secondo la ricerca l’elevata salinità del Tamigi permette oggi a molte specie animali di popolarlo, fra cui anche cavallucci marini, anguille e foche. Sempre secondo ZSL, gli squali invece utilizzerebbero l’estuario per partorire grazie al miglioramento delle concentrazioni di ossigeno del fiume. (AgOnb) Gta 10:00