Roma, 29 novembre 2021 (Agonb) – Sviluppato un nuovo approccio promettente per trattare la malattia di Alzheimer e anche per arrivare a un possibile vaccino: la scoperta porta la firma congiunta dell’Università di Leicester, dell’University Medical Center Göttingen e dell’ente benefico per la ricerca medica LifeArc. Lo studio, pubblicato su Molecular Psychiatry, apre uno spiraglio sia ad anticorpi usati come terapia sia a un vaccino per la malattia.
Piuttosto che concentrarsi sulla proteina beta amiloide nelle placche nel cervello, comunemente associate alla malattia, l’anticorpo e il vaccino mirano entrambi a una diversa forma solubile della proteina, che si pensa sia altamente tossica. Il team ha adattato questo anticorpo in modo che il sistema immunitario umano non lo riconoscesse come estraneo e lo accettasse. Quando il gruppo di ricerca di Leicester ha esaminato come e dove questo anticorpo “umanizzato”, chiamato TAP01_04, si legava alla forma troncata di beta amiloide, ha scoperto con sorpresa che la proteina beta amiloide era ripiegata su se stessa.
Nella forma ingegnerizzata sviluppata dai ricercatori, la proteina sembra utilizzabile come vaccino per produrre anticorpi di tipo TAP01_04. Sia l’anticorpo sia il vaccino sembrano contribuire a ripristinare la funzione dei neuroni e la perdita di memoria, aumentare il metabolismo del glucosio nel cervello e ridurre la formazione di placche. Ora i ricercatori sono alla ricerca di un partner commerciale per avviare gli studi clinici. (Agonb) Cdm 13:00.