Roma, 29 novembre 2021 (Agonb) – Un gruppo di ricercatori internazionali, coordinato dal Dipartimento di Scienze cliniche internistiche, anestesiologiche e cardiovascolari della Sapienza, ha dimostrato per la prima volta come la risposta immunitaria peggiori il decorso della malattia nei pazienti affetti da sclerosi multipla. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cell Death & Disease; in chi è ammalato alcune cellule del sistema immunitario, i linfociti T, si attivano in maniera anomala e danneggiano, così, i tessuti del sistema nervoso centrale.
L’attivazione si verifica perché i linfociti T riconoscono non solo gli antigeni derivati dallo stesso tessuto neuronale ma anche altri antigeni che restano nascosti in condizioni normali, per poi svelarsi in caso di stress tissutale, e che pertanto vengono definiti “criptici”. Nel nuovo lavoro, il team di ricerca coordinato da Vincenzo Barnaba e Silvia Piconese ha osservato il ruolo della risposta immune mostrando come la somministrazione degli antigeni criptici peggiori il decorso della malattia, a riprova del ruolo sfavorevole che questa risposta riveste nel danno autoimmune.
Lo studio ha evidenziato come le cellule T specifiche per gli antigeni criptici si accumulano nel sistema nervoso centrale e presentano un fenotipo effettore, in grado cioè di svolgere le loro funzioni senza necessità di segnali co-stimolatori. Se in soggetti sani non si attivano, si attivano, invece, e migrano nel sistema nervoso centrale quando viene indotta la malattia, probabilmente perché questa sovverte tutti i meccanismi protettivi. (Agonb) Cdm 09:00.