Roma, 30 novembre 2021 (Agonb) – È partito dalle relazioni tra inquinamento da PFAS (sostanze perfluoro alchiliche presenti in molti oggetti di uso comune) e anomalie congenite del sistema nervoso o disturbi comportamentali e neurologici come l’Alzheimer, l’autismo e i disturbi dell’attenzione e iperattività: lo studio condotto dall’Università di Padova e pubblicato sulla rivista Environment International, è stato poi sviluppato per indagare se in cellule neuronali di specifiche aree del cervello si riscontrasse un accumulo di quelle sostanze.
Sono stati effettuati prelievi di diverse aree del tessuto cerebrale e, in presenza di significative concentrazioni plasmatiche di PFOA, PFOS e PFHxS sono stati riscontrati significativi segni di accumulo di queste sostanze soprattutto in aree costituite da particolari neuroni detti dopaminergici, come l’ipotalamo.In particolare, è stato osservato che i PFAS a concentrazioni simili a quelle ritrovate nelle aree cerebrali si integrano con le membrane neuronali, modificandone la struttura e la stabilità. L’effetto è più evidente quanto più precoce è lo stadio di maturazione. (Agonb) Cdm 10:00.