Al progetto di “ElicaDEA” il finanziamento dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc). Si tratta dell’ennesimo traguardo tagliato dalla startup della “Federico II” di Napoli, nata con l’Assistenza di poter incidere obiettivo, in maniera condizione, sulla sopravvivenza e sulla qualità della vita dei pazienti oncologici , fornendo loro la migliore assistenza attraverso l’ integrazione di ricerca, clinica e medicina di laboratorio . In particolare, il team si propone di sviluppare un biochip che valuti i livelli circolanti di 10 molecole che, combinate insieme, restituiscono un indice di rischio (TENPROProstate) associato all’aggressività del cancro alla prostata.
Il TENPROProstate, una volta realizzato, mette d’accordo l’aggressività del tumore con l’invasività del trattamento. L’idea del “biochip” nasce dalla crescente esigenza di avere pannelli di biomarcatori in grado di minimizzare la sovradiagnosi del cancro della prostata, senza perdere l’identificazione di tumori clinicamente significativa.
ElicaDEA ha mosso i primi passi all’inizio di dicembre del 2017: esattamente quattro anni dopo, ecco arrivare gli attesi finanziamenti per uno spin-off in costante crescita, che ha già goduto di diverse pubblicazioni scientifiche e non pochi significativi riconoscimenti (nel 2019 è stata selezionata a BioUpper, la prima piattaforma italiana nel campo delle Scienze della Vita che sostiene i migliori progetti imprenditoriali, promossa da Novartis Farma e Fondazione Cariplo , in collaborazione con IBM Italia, potendo così accedere al percorso di accelerazione presso l’Incubatore Accademico Certificato Campania NewSteel). Il merito è anche di un team strepitoso – ostinato nel voler realizzare un dispositivo innovativo per la diagnosi del cancro della prostata – coordinato dalla biologa Daniela Terracciano del Dipartimento di “Scienze Mediche Traslazionali” e di cui fanno parte, tra gli altri, anche Raffaele Velotta del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” e Francesco Gentile (Dipartimento di Ingegneria elettrica e delle Tecnologie dell ‘Informazione). A loro ed, in particolare a Daniela Terracciano, founder della startup, vanno i ringraziamenti (di cuore) di tutti i Biologi. Il trasferimento tecnologico, d’altronde, valorizza la Ricerca e la Ricerca valorizza il trasferimento tecnologico: una corrispondenza di amorosi sensi da valorizzare con tutte le nostre energie!