Roma, 10 dicembre 2021 (Agonb) – Una nuova ricerca condotta dall’Università dell’Arizona Health Sciences e pubblicata su Nature Communications ha scoperto un modo in cui le infezioni aumentano la produzione e la funzione delle cellule T naive, prima linea di difesa del corpo contro le malattie. Il team di ricerca ha individuato un meccanismo attraverso il quale un’infezione ha il potenziale per rafforzare il sistema immunitario non solo contro futuri attacchi dello stesso patogeno, ma anche contro attacchi diversi.
Uno dei modi in cui il corpo regola la crescita cellulare è attraverso le interleuchine, proteine naturali che mediano la comunicazione tra le cellule. L’interleuchina 7 (IL-7), in particolare, svolge un ruolo importante nello sviluppo e nel mantenimento delle cellule T naive. Quando il corpo rileva un invasore estraneo, queste ultime vengono messe in azione dalle molecole del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), un gruppo di geni sulla superficie delle cellule.
Le molecole MHC prendono una porzione dell’agente patogeno e la visualizzano sulla superficie cellulare per il riconoscimento da parte delle cellule T appropriate. In presenza di infezioni abbastanza consistenti, è emerso che le molecole di interferone di tipo 1 rendono i segnali MHC e interleuchina 7 più forti, più abbondanti e più disponibili per le cellule T naive: in sintesi, lo studio ha dimostrato che un’infezione non solo mantiene meglio il numero di cellule T naive, ma le mette in uno stato di allerta leggermente superiore. (Agonb) Cdm 10:00.