Roma, 19 gennaio 2022 (Agonb) – Circa l’86% delle persone che vivono nelle aree urbane di tutto il mondo – 2,5 miliardi di persone – è esposto a livelli di particolato malsano, con circa 1,8 milioni di morti in eccesso nelle città di tutto il mondo nel 2019. Inoltre, si ritiene che nello stesso anno quasi 2 milioni di casi di asma tra i bambini fossero attribuibili all’inquinamento da biossido di azoto (un inquinante atmosferico emesso principalmente da veicoli, centrali elettriche, produzione industriale e agricoltura) di cui due su tre nelle aree urbane. Due studi paralleli, entrambi pubblicati su The Lancet Planetary Health, sottolineano la necessità di strategie urgenti per ridurre l’inquinamento atmosferico e l’esposizione alle emissioni nocive, in particolare tra bambini e anziani.
Nel primo studio, condotto da George Washington University, University of British Columbia, Washington University in St. Louis, University of Washington, Dalhousie University e University of California, i ricercatori hanno esaminato il PM2,5 (particolato fine con un diametro di 2,5 micrometri o meno): è noto che l’inalazione aumenta il rischio di morte prematura per condizioni quali malattie cardiovascolari, malattie respiratorie, cancro ai polmoni e infezioni delle vie respiratorie inferiori. La ricerca ha rilevato che la diminuzione delle concentrazioni di PM2,5 nelle aree urbane nel corso dei due decenni non corrispondevano allo stesso livello di diminuzione dei tassi di mortalità attribuibili da soli al PM2,5, dimostrando che altri fattori demografici, ad esempio l’invecchiamento della popolazione e le cattive condizioni di salute generale, sono fattori influenti.
Nel secondo studio, i ricercatori di George Washington University, Argonne National Laboratory, University of Washington, University of British Columbia, Oregon State University e NASA Goddard Space Flight Centre si sono concentrati sul biossido di azoto, già noto per essere tra le cause di esacerbazione dell’asma e della sua insorgenza nei bambini. Lo studio ha rivelato che nel 2019 ci sono stati 1,85 milioni di nuovi casi di asma pediatrica associati a biossido di azoto (l’8,5% di tutti quelli segnalati quell’anno). Circa due casi su tre di asma pediatrico attribuibili a biossido di azoto si sono verificati nelle 13.189 aree urbane oggetto dello studio. (Agonb) Cdm 09:30.