Roma, 19 gennaio 2022 (Agonb) – Un primo passo importante per capire come manipolare l’epigenoma e guardare a futuri studi epigenetici nel trattamento del glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi, è stato compiuto grazie a uno studio clinico di fase 1 condotto da ricercatori del Vanderbilt University Medical Center, pubblicato su Cancer Research Communications. Ciò che è stato scoperto è che un farmaco simile all’acido folico, il L-metilfolato, quando somministrato insieme alla terapia standard per i pazienti con glioblastoma ricorrente, ha modificato il processo del DNA all’interno dei tumori. È la prima volta che si verifica la riprogrammazione del metiloma del DNA con un tumore umano solido. Il DNA metiloma è un aspetto dell’epigenoma; l’epigenoma è una modificazione del DNA e delle proteine in una cellula che è influenzata dall’ambiente.
La metilazione del DNA è una di queste modificazioni, in cui i gruppi metilici vengono aggiunti al DNA ed è un meccanismo che controlla l’espressione genica, incluso il silenziamento o l’attivazione di geni correlati al cancro. I ricercatori hanno cercato di determinare se la rimetilazione dei tumori IDH wild-type, che hanno una prognosi peggiore e una metilazione del DNA inferiore rispetto ai tumori IDH mutanti, potrebbe migliorare la sopravvivenza. Sono riusciti a dimostrare che il metiloma del DNA dei gliomi IDH wild-type e di alto grado poteva essere riprogrammato. In questo studio, hanno valutato la risposta dei pazienti trattati con bevacizumab, un anticorpo monoclonale che impedisce la crescita e il mantenimento dei vasi sanguigni del tumore quando il trattamento è amplificato da L-metilfolato, che è stato ben tollerato senza segnalazioni di tossicità.
I pazienti hanno ricevuto anche temozolomide, un agente chemioterapico. Sebbene il gruppo di studio di 14 pazienti non fosse abbastanza grande da rilevare un vantaggio di sopravvivenza statisticamente significativo, i pazienti trattati con l’integratore di acido folico L-metilfolato hanno avuto una sopravvivenza globale mediana di 9,5 mesi, rispetto alla sopravvivenza globale mediana tipica di 8,6 mesi. Il prossimo step prevede un gruppo più ampio per uno studio clinico di fase 2 su pazienti con glioblastoma ricorrente. (Agonb) Cdm 11:00.