Roma, 21 gennaio 2022 (Agonb) – L’University of Colorado School of Medicine ha fatto un enorme passo in avanti nella difficile ricerca contro il Parkinson. Uno studio pubblicato su Science indica come l’alfa sinucleina (S), una proteina presente nei pazienti affetti da tale malattia, svolgerebbe un ruolo fondamentale nelle risposte immunitarie e infiammatorie dell’intestino. Questa proteina aiuterebbe a spiegare perché l’infezione o l’infiammazione cronica possa portare a un rischio maggiore di Parkinson. I progressi nel trattamento del Parkinson sono molto lenti e ancora non si comprendono appieno i meccanismi molecolari che uccidono determinate cellule cerebrali. Il morbo di Parkinson lascia un segno rivelatore: grumi della proteina alfa sinucleina mal ripiegata nel cervello e nelle viscere dei pazienti, durante l’autopsia. Nella sua forma normale, la proteina aiuta le cellule cerebrali a comunicare, ma i ricercatori hanno scoperto un altro ruolo: l’S svolge un ruolo essenziale nelle risposte immunitarie e infiammatorie nell’intestino. Il morbo di Parkinson è dopo l’Alzheimer il secondo disturbo neurodegenerativo più comune e colpisce una persona su 331. A molti pazienti viene diagnosticato intorno ai 60 anni, ma può colpire anche i giovani, compresi quelli che producono troppo S o non riescono a scomporlo, a causa di rare mutazioni genetiche. Altri fattori di rischio includono il sesso e alcune malattie infiammatorie croniche, come la malattia infiammatoria intestinale e l’epatite cronica C. (Agonb) Mmo 12:00