Roma, 24 gennaio 2021 (Agonb) – All’arsenale a disposizione dei medici per curare le forme di linfoma più difficili da trattare si aggiunge una nuova arma. Si tratta dell’anticorpo farmaco-coniugato anti-CD79b polatuzumab vedotin. Capostipite della sua classe terapeutica, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale della determina Aifa che ne ammette la rimborsabilità, è infatti disponibile in Italia per il trattamento di pazienti adulti con linfoma diffuso a grandi cellule B (Dlbcl) recidivante o refrattario, non candidabili al trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Questa terapia, frutto della ricerca Roche, viene accolta dalla comunità medico-scientifica alla stregua di una svolta capace di offrire risposta ad un bisogno clinico inevaso. Ogni anno si stimano in Italia circa 5mila nuovi casi Dlbcl, il sottotipo istologico più comune di linfoma non Hodgkin (Nhl), responsabile del 30-48% di tutti i casi di Nhl e del 60% dei linfomi aggressivi. Per questi pazienti la prognosi è infausta, sia nel caso in cui non vi sia mai stata una risposta alla terapia (malattia refrattaria), sia in caso di ricaduta (malattia recidivata). Polatuzumab vedotin in combinazione con bendamustina e rituximab (Br) nei pazienti con Dlbcl non candidabili al trapianto di staminali – sottolinea la nota Roche – ha dimostrato nello studio di fase Ib/II GO29365, internazionale e multicentrico, una riduzione del rischio di morte del 58% nei pazienti trattati con l’associazione rispetto a quelli che ricevono solo Br e una sopravvivenza globale mediana oltre 2,5 volte superiore (12,4 mesi vs 4,7 mesi). (Agonb) Des 13:00