Roma, 25 gennaio 2022 (Agonb) – Una migliore comprensione della chimica del cervello in individui neurodiversi potrebbe aiutare a fornire un modo personalizzato ed efficace per valutare nuove opzioni terapeutiche: ecco perché è promettente la ricerca del King’s College di Londra che ha dimostrato l’esistenza di variazioni nel modo in cui una sostanza chimica del cervello chiamata GABA (acido gamma-aminobutirrico, un messaggero chimico nel cervello che regola l’attività delle cellule nervose nel sistema nervoso centrale) regola l’elaborazione degli stimoli visivi.
Lo studio ha mostrato che quando alle persone autistiche viene somministrato un farmaco che attiva i bersagli GABA, la loro elaborazione visiva diventa più simile a quella delle persone non autistiche: è infatti noto che le persone autistiche elaborano le informazioni sensoriali in modo diverso. Pubblicata su Science Translational Medicine, questa ricerca ha utilizzato registrazioni dell’elettroencefalogramma dalla regione del cervello che elabora la visione per misurare l’attività del cervello adulto in risposta a una serie di stimoli visivi con alto e basso contrasto.
Le risposte sono state catturate con e senza un farmaco chiamato arbaclofen, che attiva i recettori GABA di tipo B: 30 mg di arbaclofen hanno interrotto l’elaborazione visiva negli adulti non autistici, laddove la stessa dose ha migliorato l’elaborazione visiva negli adulti autistici. Secondo i ricercatori, questo potrebbe significare che l’arboclofen potrebbe potenzialmente aiutare con i sintomi visivi sperimentati da alcune persone con autismo. (Agonb) Cdm 09:00.