Roma, 31 gennaio 2022 (Agonb) – La demenza ha un enorme impatto sulla vita quotidiana del malato, che diventa scarsamente autonomo e bisognoso di assistenza continuativa; in altre parole, è causa di disabilità. Essendo estremamente rilevante in Italia, la demenza rappresenta un importante problema sociale e di salute pubblica.
L’aspettativa di vita è ridotta, anche più rispetto ai pazienti con malattia di Alzheimer proprio a causa della malattia cerebrovascolare sottostante: i pazienti con demenza vascolare hanno elevata probabilità di eventi gravi come: ictus successivi ed eventi ischemici cardiaci.
Il paziente affetto da demenza di solti non ha percezione della propria condizione, per cui sono i familiari a rivolgersi al medico di famiglia e/o a un neurologo, che arriva a porre la diagnosi di demenza vascolare tramite:
- Anamnesi, colloquio durante il quale vengono riferiti i disturbi dal paziente o più frequentemente da chi vice con lui;
- Esame obiettivo neurologico, per mettere in evidenza l’eventuale presenza di segni neurologici focali (deficit motori, deficit sensitivi…) suggestivi di malattia cerebrovascolare;
- Valutazione clinica e neuropsicologica, per stabilire la presenza di declino in molteplici capacità cognitive; a tal scopo è utile la somministrazione di test come il Mini-Mental State Examination, in cui una serie di domande permettono di valutare lo stato cognitivo del paziente e rilevare la presenza di un deterioramento mentale;
- Esami del sangue, importanti nella valutazione delle possibili cause di demenza perché spesso anche disordini endocrini (ipotiroidismo) o metabolici (deficit di folati e/o vitamina B12) possono causare demenza; inoltre rilevano la presenza di possibili fattori di rischio per demenza vascolare (ipercolesterolemia, IPEROMOCISTEINEMIA…);
- Esami strumentali, come TRC o una RM celebrale, che consentono di visualizzare lesioni dovute ad un infarto cerebrale che, se presenti, supportano la diagnosi di demenza vascolare.
Il tessuto cerebrale una volta perduto non si rigenera, di conseguenza il danno da ischemia è permanente e la demenza vascolare non è curabile.
Il trattamento, pur non potendo eliminare la causa della malattia, tuttavia mira a: prevenire ulteriori eventi cardiovascolari, migliora la qualità della vita del paziente e gli restituisce un minimo di autonomia e aiuta la persona che assiste il malato.
La demenza vascolare, a differenza delle altre dorme di demenza, si può prevenire adottando fin dalla giovane età uno stile di vita adeguato, al fine di diminuire considerevolmente il rischio di un infarto cerebrale, mediante una serie di misure di prevenzione: controllo della pressione arteriosa, dieta equilibrata e povera di grassi, abolizione del fumo, alcool, controlla la glicemia, perdita di peso in caso di obesità, controllo del colesterolo e attività fisica.
Eliminare i fattori di rischio permette inoltre, quando la malattia si sia già instaurata, di evitare ulteriori danni ischemici e arrestare la progressione della demenza.
In termini di prevenzione è importante mantenere elevata la riserva cognitiva: continuare ad allenare il cervello impegnandosi in attività intellettuali riduce il rischio di sviluppare demenza ed è di aiuto per contrastare il declino cognitivo quando già si sia instaurato, ritardando e attenuando i sintomi di demenza.
L’attivazione cerebrale determina l’’aumento delle connessioni sinaptiche tra neuroni: se sono maggiori le connessioni neuronali, in caso di danno possono essere reclutati altri circuiti per lo svolgimento delle attività mentali. (Agonb) Matteo Piccirilli 9:00