Roma, 31 gennaio 2022 (Agonb) – Più di 1,2 milioni di persone – e potenzialmente molte di più – sono morte nel 2019 a causa di infezioni batteriche resistenti agli antibiotici, secondo la stima più completa effettuata fino ad oggi pubblicata su The Lancet, secondo cui la resistenza antimicrobica è oggi una delle principali cause di morte nel mondo, superiore all’HIV/AIDS o alla malaria.
Molte centinaia di migliaia di decessi si verificano infatti a causa di infezioni comuni e precedentemente curabili, come infezioni delle vie respiratorie inferiori e del flusso sanguigno, perché i batteri che le causano sono diventati resistenti al trattamento. Il nuovo rapporto Global Research on Antimicrobial Resistance stima i decessi legati a 23 agenti patogeni e 88 combinazioni di agenti patogeni e farmaci in 204 paesi e territori nel 2019. I decessi causati e associati alla resistenza antimicrobica sono stati calcolati per 204 paesi e territori e segnalati per 21 regioni globali e sette superregioni.
Due gli aspetti considerati: i decessi causati direttamente dalla resistenza antimicrobica (ossia decessi che non si sarebbero verificati se le infezioni fossero state sensibili ai farmaci e quindi più curabili) e decessi associati alla resistenza antimicrobica (vale a dire quando un’infezione resistente ai farmaci era implicata nella morte, ma non ne era la causa diretta).
L’analisi mostra che la resistenza agli antibiotici è stata direttamente responsabile di circa 1,27 milioni di decessi in tutto il mondo e associata a circa 4,95 milioni di decessi nel 2019, mentre si stima che, nello stesso anno, l’HIV/AIDS e la malaria abbiano causato rispettivamente 860.000 e 640.000 morti. In particolare, particolarmente a rischio sono risultati i più piccoli, con circa un decesso su cinque attribuibile alla resistenza antimicrobica in bambini di età inferiore ai cinque anni. (Agonb) Cdm 11:00.