Roma, 31 gennaio 2022 (Agonb) – Ci sono alcune persone che sono così brave a mentire che hanno costruito una carriera sulle loro bugie. Fortunatamente, è possibile svelare una menzogna, anche quando è ben custodita. È solo una questione di pratica. Alcuni ritengono che le persone che non guardano dritto negli occhi l’interlocutore stiano mentendo. Questo non è del tutto vero. Molti bugiardi, infatti, guardano direttamente negli occhi chi li accusa, quasi come se volessero sfidarlo a credere alla loro bugia. Ciò su cui dobbiamo focalizzare la nostra attenzione non è la direzione dello sguardo di chi parla (se è rivolta verso di noi o altrove), ma la sua durata. Di norma, quando una persona discute, gli occhi vanno dall’interlocutore ad altri oggetti, dall’alto e al basso.
Questi sono tutti movimenti normali. Ci dobbiamo insospettire, invece, quando lo sguardo resta fisso per molto tempo.
Questo è, invece, innaturale. Cioè si tratta sicuramente di un’azione forzata.
Perché chi hai di fronte sta facendo ciò?
Le risposte sono due: probabilmente o vuole intimidirti e dominarti, oppure ti sta mentendo.
Quando si sorride, la pelle si sposta verso il basso, creando delle piccole rughette. È un particolare muscolo che crea quelle rughe che non sono controllabile dall’uomo, ma si attivano solo quando scappa un sorriso vero. Ci sono bugiardi che sono soliti toccarsi il viso a causa del prurito causato da reazioni chimiche che si scatenano quando si mente. Rossore, aumento della sudorazione e un insolito formicolio degli arti sono ulteriori segnali che qualcosa non va. Non tutti sanno che, quando il cervello umano è sotto stress, l’encefalo aumenta la sua temperatura e ciò colpisce il derma della fronte e di tutta quella parte del viso che si trova al di sopra del labbro superiore.
Toccarsi la faccia, perciò, è un comportamento inconsapevole che utilizziamo per ridurre lo stress che avverte il cervello, tipo quando sta costruendo una bugia. Nella fortunata serie televisiva «Lie to me», possiamo ritrovare tutto questo. Secondo Paul Ekman della California University di San Francisco la verità è scritta nel nostro volto e lo psicologo della polizia criminale Cal Lightman, protagonista di Lie to me riesce a leggere le cosiddette microespressioni involontarie della faccia, cioè i piccoli movimenti di 40-60 millisecondi che a nostra insaputa ci sfuggono svelando il nostro reale stato d’animo. Fra tutti i sentimenti solo su due non possiamo mai mentire: la gelosia e il disgusto.
La scienza che c’è dietro le menzogne è affascinante, tuttavia bisogna tener sempre presente che si parla di “probabilità” e mai di certezze assolute. D’altronde, a differenza di quanto si possa credere, la macchina della verità non esiste.
Il cosiddetto “poligrafo” (il nome tecnico della macchina della verità usata in passato – e ora bandita – nei tribunali americani) era facilmente ingannabile.
Questo vuol dire che allo stato attuale né l’uomo, né le macchine hanno il potere di avere certezze. Al di là di questo, è sempre utile sapere qualche trucchetto che potrebbe rivelarsi utile, tipo quando stiamo per concludere un affare con una persona che fin dall’inizio ci ha dato motivi per essere sospettosi. (Agonb) Matteo Piccirilli 9:00