Roma, 3 febbraio 2022 (AgOnb) – L’Italia continua a pagare un caro prezzo per il rischio idrogeologico. Secondo quanto sostenuto da Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile italiana, “negli ultimi 5 anni, gli effetti del dissesto idrogeologico, alluvioni, frane, hanno portato quasi 30mila cittadini ad andare fuori casa e quasi 90 morti. Calcolando le dichiarazioni di stato di emergenza 2019-2020-2021, il Paese ha messo sul tavolo 963 milioni di euro e, con i fondi di solidarietà Ue, sono 1,2 miliardi, i soldi che potevano essere usati per altri motivi”. Curcio aggiunge che “facciamo grandissima fatica a parlare di prevenzione, siamo un paese che tende all’emergenza”. In questo contesto durante un convegno a Roma, il segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Erasmo D’Angelis, ha anche ricordato che “noi siamo molto preoccupati perché Roma ha una storia di piene devastanti che parte da lontano, dai tempi dei romani e oggi i rischi sono aumentati per una mancata gestione delle sponde del Tevere”. (AgOnb) Gta 10:30