Roma, 8 febbraio 2022 (Agonb) – Si apre un nuovo spiraglio tra le opzioni terapeutiche per la sclerosi multipla: un team internazionale di ricercatori guidato dal Karolinska Institutet in Svezia ha scoperto che un tipo di cellula nel sistema nervoso centrale nota come oligodendrocita potrebbe avere un ruolo diverso nello sviluppo della malattia rispetto a quanto ipotizzato in precedenza.
La sclerosi multipla è guidata dalle cellule immunitarie che attaccano gli oligodendrociti e la mielina che producono, che è uno strato isolante che avvolge le cellule nervose. Questi attacchi interrompono il flusso di informazioni nel cervello e nel midollo spinale e provocano danni ai nervi che innescano sintomi associati alla sclerosi multipla. In questo studio, pubblicato sulla rivista Neuron, i ricercatori mostrano che gli oligodendrociti e i loro progenitori hanno una configurazione aperta del genoma vicino ai geni immunitari e alle regioni associate al rischio di sclerosi multipla. Ciò indica che le mutazioni del rischio di sclerosi multipla possono avere un ruolo nell’attivazione dei geni vicini negli oligodendrociti e nei loro progenitori.
“I nostri risultati suggeriscono che il rischio di sclerosi multipla potrebbe manifestarsi con un malfunzionamento non solo delle cellule immunitarie, ma anche degli oligodendrociti e delle loro cellule precursori”, afferma Gonçalo Castelo-Branco, professore presso il Dipartimento di biochimica e biofisica medica del Karolinska Institutet, che ha condotto lo studio. (Agonb) Cdm 12:00.