Roma, 8 febbraio 2022 (Agonb) – Già in passato gli scienziati avevano trovato applicazioni per le porine di nanotubi di carbonio (tubi con pareti spesse che fungono da pori attraverso le pareti di una sottile membrana di liposomi, un tipo di minuscola particella sintetica) nella tecnologia energetica; ora sembrano avere anche un potenziale anche come vettori farmacologici.
Come descritto in un lavoro pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences un gruppo di ricercatori del Lawrence Livermore National Laboratory, della University of California Merced e collaboratori del Max Planck Institute of Biophysics in Germania hanno utilizzato nanotubi di carbonio per consentire la somministrazione diretta di farmaci dai liposomi attraverso la membrana plasmatica all’interno delle cellule, facilitando la fusione della membrana portante con la cellula. La chiave è che i nanotubi uniscono i liposomi e le cellule tumorali, consentendo alle membrane del liposoma e del cancro di mescolarsi.
Questo processo di fusione consente al farmaco di passare liberamente dal liposoma alla cellula, circostanza che si traduce in un rilascio molto efficace del farmaco antitumorale doxorubicina, che uccide fino al 90% delle cellule malate. Questo nuovo percorso migliorerà potenzialmente l’arsenale di vettori di farmaci innovativi per il trattamento di malattie difficili da curare, ma anche per individuare metodi più efficienti finalizzati alla somministrazione di vaccini. (Agonb) Cdm 11:00.