Una nuova tecnologia per collegare geni a complesse caratteristiche del tumore

Roma, 19 marzo 2022 (Agonb) – Potrebbe portare a nuovi farmaci antitumorali la scoperta degli scienziati del Mount Sinai che, come descritto in un paper pubblicato su Cell, hanno sviluppato una nuova tecnologia che consente di collegare geni specifici a complesse caratteristiche del tumore su una scala e una risoluzione non possibili in precedenza.

La tecnologia, chiamata Perturb-map, utilizza un nuovo sistema di codici a barre genetici per contrassegnare le cellule tumorali con diverse modificazioni genetiche e visualizzare le cellule tumorali, nonché le cellule vicine non cancerose, all’interno dei tessuti. Utilizzando questo approccio, i ricercatori sono stati in grado di identificare geni specifici che controllano la crescita del tumore del polmone, la composizione immunitaria e persino la risposta all’immunoterapia.

Negli ultimi due decenni il trattamento del cancro è stato rivoluzionato da farmaci che prendono di mira le cellule non cancerose: questi includono immunoterapie come Keytruda e Tecentriq, che attivano le cellule immunitarie e consentono loro di uccidere le cellule tumorali, e Avastin, che altera i vasi sanguigni del tumore e fa “morire di fame” il cancro.

Utilizzando Perturb-map, gli scienziati hanno individuato due percorsi chiave che hanno avuto effetti profondi sulla crescita del tumore, nonché sulla sua architettura e sul reclutamento delle cellule immunitarie. Una via era controllata dalla citochina interferone gamma (IFNg) e l’altra dal recettore beta del fattore di crescita tumorale (TGFbR): ebbene, quando il gene TGFbR2 o un gene che codifica per SOCS1, un regolatore di IFNg, veniva eliminato dalle cellule tumorali, i tumori polmonari aumentavano di dimensione.

Sebbene la perdita di entrambi i geni abbia un effetto simile sulla crescita del tumore, l’imaging reso possibile dalla piattaforma Perturb-map ha rivelato che i tumori SOCS1 erano altamente infiltrati dai linfociti T, mentre i tumori TGFbR li escludevano. Anche quando i tumori SOCS1 e TGFbR erano in contatto diretto, il primo rimaneva infiltrato e il secondo escluso. Una scoperta importante, poiché i pazienti i cui tumori contengono meno cellule immunitarie rispondono peggio ai farmaci immunoterapici. (Agonb) Cdm 10:00.