Roma, 23 marzo 2022 (Agonb) – Un gruppo internazionale di ricercatori guidato dall’Universitat Autonoma de Barcelona ha analizzato i geni espressi nei neuroni e negli astrociti e ha confrontato ciò che accade nei malati di Alzheimer e nelle persone senza demenza diagnosticata. Lo studio, pubblicato su Neurobiology of disease, evidenzia la necessità di analizzare marcatori molecolari, come sequenze genetiche o proteine cerebrali, per ottenere saggi, diagnosi e terapie più accurati.
I risultati mostrano anche cambiamenti negli astrociti nel tentativo di adattarsi all’ambiente tossico derivante dalla malattia, peggiorandone la progressione. Il team ha analizzato i dati genetici di campioni cerebrali post mortem di quasi 800 individui (estratti dal portale Alzheimer Disease Knowledge), per determinare le differenze tra l’espressione genica negli astrociti e neuroni da cervelli con la malattia e in cellule da cervelli di persone senza diagnosi di demenza. I ricercatori hanno studiato l’insieme di molecole di RNA, o trascrittoma cellulare, che viene utilizzato per determinare quale di tutti i geni viene espresso e in quale misura.
“Studiando il trascrittoma, possiamo vedere se ci sono geni silenziati o sovraespressi, e possiamo capire cosa sta succedendo all’interno dei neuroni e degli astrociti”, spiega Elena Galea, prima autrice dell’articolo. Lo studio mostra anche come, con il progredire della malattia, gli astrociti diminuiscono l’espressione dei geni che codificano per le proteine mitocondriali, impedendo il buon funzionamento dei mitocondri di queste cellule. Questo effetto potrebbe essere un adattamento degli astrociti per compensare la tossicità della proteina amiloide e comprometterebbe la comunicazione tra astrociti e neuroni. (Agonb) Cdm 09:00.