Roma, 21 aprile 2022 (Agonb) – Uno studio multicentrico internazionale, coordinato dall’Università di Trieste e pubblicato dalla rivista Cancers, ha chiarito per la prima volta alcuni dettagli del meccanismo molecolare di azione del farmaco 5-azacitidina nelle cellule del carcinoma epatico, un tumore primitivo del fegato ancora caratterizzato da limitate possibilità di cura e da una mortalità a 5 anni molto elevata. I ricercatori hanno dimostrato, in diversi modelli cellulari e animali, che la 5-azacitidina è in grado di riattivare l’espressione di un particolare microRNA con funzioni regolatorie, il miR-139-5p, che a sua volta inibisce la via biochimica pro-proliferativa che coinvolge ROCK2/ciclinaD1/E2F1/ciclinaB1 e quella pro-migratoria di ROCK2/MMP-2: due sistemi di trasduzione dei segnali all’interno delle cellule che ne supportano la moltiplicazione incontrollata e la capacità di spostarsi, determinando l’insorgenza di nuovi tumori in zone diverse del fegato o di metastasi in altri organi. Complessivamente, l’azione della 5-azacitidina si traduce in una significativa riduzione della crescita e della migrazione delle cellule tumorali. (Agonb) Etr 11:00