Roma, 10 giugno 2022 (Agonb) – I pesci considerati più “brutti” o comunque meno attraenti rispetto a quelli dall’aspetto e il colore più sfavillante, sono spesso più minacciati e meno soggetti a politiche di conservazione. A raccontarlo è uno studio condotto dal team di Nicolas Mouquet dell’Università di Montpellier e pubblicato su Plos One. La maggior parte dei pesci “brutti” sono spesso geneticamente e a livello di evoluzione molto più interessanti di altri pesci che hanno un ruolo ecologico meno importante: eppure, essendoci anche meno connessione con l’uomo, questi pesci vengono spesso sovrapescati, usati a fini commerciali e sono meno oggetto di politiche di protezione. “Il nostro studio – scrivono i ricercatori – mette in evidenza probabili importanti discrepanze tra il potenziale sostegno pubblico per la conservazione e le specie che più necessitano di questo sostegno”. (Agonb) Gta 9:00