Roma, 16 giugno 2022 (Agonb) – Cancro ai polmoni, un semplice esame del sangue chiamato biopsia liquida potrebbe essere un predittore del successo dell’immunoterapia migliore rispetto alla procedura di biopsia tumorale, molto più invasiva: è il risultato di uno studio dei ricercatori della Icahn School of Medicine del Mount Sinai pubblicato sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research.
La biopsia liquida verifica un biomarcatore di PD-L1, una proteina e bersaglio di un tipo di immunoterapia chiamata inibitori del checkpoint, che aiuta il sistema immunitario del paziente ad attaccare e uccidere le cellule tumorali. Lo studio ha dimostrato che testare il sangue dei pazienti con cancro del polmone per il biomarcatore PD-L1 ha fornito previsioni più accurate della risposta e della sopravvivenza per i pazienti con cancro del polmone rispetto al test per PD-L1 nel tessuto dalle biopsie, l’attuale standard di cura.
Il biomarcatore nel sangue, chiamato EV PD-L1, proviene dalle vescicole extracellulari, che sono particelle liberate dalle cellule tumorali. Una diminuzione del PD-L1 nelle vescicole extracellulari nel sangue potrebbe quindi diventare un test utile per prevedere quali pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule potrebbero trarre beneficio dall’immunoterapia. (Agonb) Cdm 10:00.