Roma, 1° luglio 2022 (Agonb) – I ricercatori del Women’s Guild Lung Institute del Cedars-Sinai hanno scoperto che lo zinco può invertire il danno polmonare e migliorare la sopravvivenza per i pazienti con una condizione mortale legata all’età nota come fibrosi polmonare idiopatica.
I risultati, pubblicati su The Journal of Clinical Investigation, potrebbero potenzialmente cambiare il panorama del trattamento di questa malattia. I ricercatori hanno scoperto che le cellule staminali che rivestono le sacche d’aria nei polmoni dei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica perdono la loro capacità di elaborare lo zinco, noto per il suo ruolo nella crescita delle cellule e nella guarigione dei tessuti danneggiati.
La mancanza di questo minerale compromette la capacità delle cellule, chiamate cellule epiteliali alveolari di tipo 2 (AEC2s), di rigenerarsi. I ricercatori hanno prima analizzato gli AEC2 di polmoni sani e anche i polmoni di pazienti con la malattia, scoprendo che nelle cellule dei polmoni ammalati mancava una proteina chiamata trasportatore di zinco 8 (ZIP8), che attira lo zinco nella cellula. In esperimenti con organoidi – versioni semplificate e miniaturizzate di organi cresciuti a partire dai tessuti dei pazienti – hanno anche osservato che le cellule prive della proteina ZIP8 non erano in grado di rigenerarsi e formare colonie come dovrebbero invece fare le cellule sane.
Il ripristino di questa capacità attraverso il percorso molecolare tracciato dai ricercatori nei loro esperimenti potrebbe portare a terapie che invertono il danno polmonare correlato alla fibrosi polmonare idiopatica. (Agonb) Cdm 11:00.