Nel corso dell’anno 2020, le nuove diagnosi di HIV che hanno riguardato gli utilizzatori di droghe per via iniettiva (InjectingDrugsUsers – IDU) sono state 44, mentre il totale delle diagnosi notificate al sistema di sorveglianza HIV nazionale dell’ISS sono state 1.303. La proporzione di nuove diagnosi in IDU si è dimezzata negli ultimi 10 anni passando dal 6,6% del 2010 al 3,4% del 2020. E’ uno dei dati pubblicati nella Relazione al Parlamento 2022 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, coordinata dal Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri in collaborazione con ISS.
Tra le nuove diagnosi HIV in IDU, nel periodo 2010-2020, la proporzione di maschi è oscillata intorno all’80 – 85%, mentre la proporzione di stranieri tra il 17 e il 19%. Nel 2020 i maschi erano l’81,8%, gli stranieri il 18,2%. L’età mediana nel periodo in studio è stata di circa 40 anni.
Nel 2020, la quota di diagnosi tardive negli IDU è stata molto più bassa (54,8%) rispetto a quella di tutte le nuove diagnosi HIV (60,0%). Nel 2020, il 31,8% delle persone IDU con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test su proposta dei Servizi per le Dipendenze e delle Comunità terapeutiche/istituti penitenziari, mentre il 25% per sospetta patologia o presenza di sintomi HIV-correlati.
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