Roma, 22 luglio 2022 (Agonb) – Il fegato umano ha incredibili capacità di rigenerazione: anche laddove venga rimosso fino al 70%, il tessuto rimanente può far ricrescere l’intero organo in pochi mesi. Gli ingegneri del MIT hanno ora compiuto un passo verso il trattamento di malattie epatiche croniche, creando un nuovo modello di tessuto che consente loro di tracciare i passaggi coinvolti nella rigenerazione del fegato in modo più preciso di quanto fosse finora possibile.
Il nuovo studio, che appare su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha identificato una molecola che sembra svolgere un ruolo chiave e ha anche prodotto molti altri candidati che i ricercatori intendono esplorare ulteriormente. Un fattore chiave dei percorsi di rigenerazione che si attivano dopo un danno o una malattia al fegato è la relazione reciproca tra gli epatociti e le cellule endoteliali, che rivestono i vasi sanguigni. Gli uni producono fattori che aiutano lo sviluppo dei vasi sanguigni, le altre generano fattori di crescita che aiutano gli epatociti a proliferare.
Un altro contributo del modello è il flusso di liquidi nei vasi sanguigni: un aumento del flusso sanguigno può stimolare le cellule endoteliali a produrre segnali che promuovono la rigenerazione. Per modellare tutte queste interazioni, il team ha collaborato con un laboratorio della Boston University, che progetta dispositivi microfluidici con canali che imitano i vasi sanguigni. I ricercatori hanno fatto crescere i vasi sanguigni lungo uno di questi canali e hanno aggiunto aggregati sferoidi multicellulari derivati da cellule epatiche.
Usando questo sistema, i ricercatori hanno dimostrato che l’aumento del flusso di liquidi da solo non stimolava gli epatociti ad entrare nel ciclo di divisione cellulare. Tuttavia, se fornivano anche un segnale infiammatorio (la citochina IL-1-beta), ovviavano a questo ostacolo. Il team ha trovato alti livelli di una molecola chiamata prostaglandina E2 (PGE2): eliminando il gene per la biosintesi di PGE2 nelle cellule endoteliali, i ricercatori sono stati in grado di dimostrare che quelle cellule ne sono la fonte. (Agonb) Cdm 12:00.