Roma, 4 agosto 2022 (Agonb) – Il virus adeno-associato 2 (AAV2) sembra essere riconducibile nei casi di Epatite acuta riscontrati in bambini in tutta Europa dallo scorso aprile. Due studi indipendenti, pubblicati su medRxiv, condotti dagli scienziati dell’Università di Glasgow e del Great Ormond Street Hospital e dell’University College di Londra avvalorerebbero questa tesi. L’epidemia da Epatite cominciata ad Aprile scorso conta oltre 1000 casi presunti in 35 Paesi e 22 decessi. I team di ricerca, guidati da Emma Thomson e Judy Breuer, hanno riscontrato livelli elevati di AAV2 nel sangue e nelle cellule epatiche di quasi tutti i bambini affetti da questa forma di Epatite, solo un paziente non mostrava segni di adenovirus. I ricercatori inglesi hanno esaminato campioni di fegato e sangue di bambini infetti: 24 dei 25 casi riportati in tutto il Regno Unito risultavano positivi all’adenovirus. Al contrario, quasi nessuno dei 158 controlli mostrava la presenza dell’agente patogeno. “L’allentamento delle restrizioni dopo le ondate di pandemia” – afferma Emma Thomson dell’Università di Glasgow – “hanno facilitato l’esposizione dei bambini a un cocktail di virus in modo concentrato piuttosto che diluito nel tempo”. Per entrambi gli studi, ad eccezione di 2 casi, tutti i pazienti infetti portavano una specifica mutazione in un tipo di gene chiamato HLA, che svolge un ruolo nella risposta immunitaria. I ricercatori non hanno rilevato proteine AAV2 o copie reali del virus nelle cellule del fegato dei pazienti, ciò suggerisce che l’adenovirus non danneggia direttamente l’organo, ma innesca una risposta immunitaria che provoca problematiche. “Questi risultati” – osserva Breuer, dell’University College di Londra – “sollevano numerosi interrogativi. Speriamo che nei prossimi lavori sia possibile comprendere meglio”. (Agonb) Mmo 11:00