Roma, 5 agosto 2022 (Agonb) – Lesione cerebrale traumatica, una nuova ricerca condotta dagli scienziati dell’Arizona State University pubblicata su Science Advances rivela alcuni dei primi indizi molecolari dettagliati associati a una delle principali cause di morte e disabilità.
L’approccio di ricerca consisteva nell’eseguire una ricerca di “biopanning” per rivelare diverse firme molecolari chiave, chiamate biomarcatori, identificate subito dopo l’evento della lesione (la fase acuta) e anche le conseguenze a lungo termine (la fase cronica) del trauma cranico. Successivamente, hanno utilizzato diversi strumenti e tecniche di “biopanning” all’avanguardia per identificare e catturare molecole, inclusa una tecnica “esca” per pescare potenziali molecole bersaglio chiamata sistema di visualizzazione dei fagi, oltre a sistemi ad alta velocità di sequenziamento del DNA per identificare bersagli proteici all’interno del genoma e spettrometri di massa per sequenziare i frammenti peptidici dagli esperimenti di visualizzazione di fase.
Quando si verifica un trauma cranico, la lesione iniziale può interrompere la barriera ematoencefalica – una rete a maglie progettata per proteggere il cervello da lesioni o sostanze chimiche dannose – che innesca una cascata di morte cellulare, tessuti e detriti strappati e interrotti. La lesione a lungo termine provoca infiammazione e gonfiore e provoca l’attivazione della risposta immunitaria, ma può anche portare a una compromissione delle fonti di energia del cervello o può soffocare l’afflusso di sangue.
Un vantaggio del nuovo “kit” di strumenti sperimentali è che le molecole e i potenziali biomarcatori identificati sono abbastanza piccoli da scivolare attraverso i minuscoli fori all’interno del reticolo della barriera, aprendo così la strada a terapie basate su queste molecole. (Agonb) Cdm 11:00.