Roma, 31 agosto 2022 (Agonb) – I dispositivi impiantabili che rilasciano insulina nel corpo sono promettenti come un modo alternativo per trattare il diabete senza iniezioni di insulina o inserzioni di cannule. Tuttavia, un ostacolo che finora ne ha impedito l’uso è che il sistema immunitario li attacca dopo l’impianto, formando uno spesso strato di tessuto cicatriziale che blocca il rilascio di insulina. Questo fenomeno, noto come risposta da corpo estraneo, può interferire anche con molti altri tipi di dispositivi medici impiantabili.
Tuttavia, un team di ingegneri e collaboratori del MIT ha ora escogitato un modo per ovviare a questo ostacolo costruendo un dispositivo a due camere in poliuretano, una plastica che ha un’elasticità simile alla matrice extracellulare che circonda i tessuti. Una delle camere funge da serbatoio del farmaco e l’altra funge da attuatore morbido e gonfiabile. Utilizzando un controller esterno, i ricercatori possono stimolare l’attuatore a gonfiarsi e sgonfiarsi secondo un programma specifico. Nello studio pubblicato su Nature Communications, hanno dimostrato che quando viene incorporata l’attuazione meccanica in un dispositivo robotico morbido, il dispositivo resta funzionale molto più a lungo di un tipico impianto di somministrazione di farmaci.
Il dispositivo viene gonfiato e sgonfiato ripetutamente per cinque minuti ogni 12 ore e questa deflessione meccanica impedisce l’accumulo di cellule immunitarie attorno al dispositivo. Tra le altre possibili applicazioni, i ricercatori ora intendono verificare se sia possibile utilizzare il dispositivo per fornire cellule delle isole pancreatiche che potrebbero fungere da “pancreas bioartificiale” per aiutare a curare il diabete. (Agonb) Cdm 11:00.