Roma, 1° settembre 2022 (Agonb) – I materiali cartacei che compongono il patrimonio archivistico e librario si deteriorano facilmente a causa di agenti biotici come muffe e insetti. Finora le strategie messe in atto non si sono rivelate efficaci sia in termini di invasività sia in termini di sicurezza per gli operatori. Ora però una ricerca pubblicata sulla rivista International Biodeterioration & Biodegradation offre la possibilità di utilizzare alcuni componenti degli oli essenziali estratti dalle piante e dei loro composti organici volatili. Lo studio è coordinato da ricercatori dell’Istituto di chimica dei composti organometallici del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iccom), insieme a ricercatori dell’Istituto di bioscienze e biorisorse (Cnr-Ibb), dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Cnr-Ipsp), dell’Istituto di scienze del patrimonio culturale (Cnr-Ispc), e si è avvalso della collaborazione della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, dell’Università di Parma e dell’Università di Palermo. “Per molto tempo si è usato il gas ossido di etilene, che però si è rivelato estremamente tossico e cancerogeno per l’uomo. Tra i metodi fisici impiegati, l’irradiazione gamma è il più riuscito ma può compromettere la struttura della carta – ricorda Andrea Ienco del Cnr-Iccom, che ha co-diretto lo studio -. Gli oli essenziali estratti dalle piante ed i composti organici volatili costituiscono una classe di sostanze dalle molteplici proprietà biologiche, tra cui una spiccata azione antibatterica, antifungina ed effetto insetto repellente. La volatilità di queste sostanze, tuttavia, ne pregiudica l’efficacia a lungo termine, un aspetto non trascurabile ai fini del loro utilizzo”. Qui è intervenuta la parte sperimentale della ricerca, con valutazioni su alcune specie isolate da un deposito di libri del Forte Belvedere (Firenze). “I composti organici volatili contenuti in oli essenziali quali timolo, carvacrolo ed eugenolo sono stati stabilizzati all’interno di reti cristalline di β-ciclodestrine e cocristalli a base di fenazina, formando un solido cristallino. Queste formulazioni, ottenute grazie a metodologie prive di solventi, permettono di sfruttare la loro attività antimicrobica quale valido strumento per il controllo degli agenti degradanti della carta, come polveri facili da maneggiare e adatte per il trattamento a contatto indiretto di articoli cartacei”, conclude il ricercatore. (Agonb) (Cdm) 10:00