Roma, 6 settembre 2022 (Agonb) – Un nuovo studio, pubblicato su “Science of the Total Environment“, ha fatto luce sul legame tra le specie animali aliene e le nuove epidemie e pandemie. In riferimento alle specie mammifere non autoctone dell’Unione Europea, da intendersi come quelle introdotte dall’uomo al di fuori dal proprio areale naturale, gli esperti sono stati in grado di identificare, in media, soltanto il 30% dei patogeni ospitati negli animali esaminati. In particolare, è stato possibile riconoscere 345 agenti patogeni nel procione, 124 nello scoiattolo grigio e 75 nella nutria. Gli esami svolti dai ricercatori hanno sottolineato, però, come le informazioni diffuse siano caratterizzate da alti livelli di incertezza, poiché considerando solamente i patogeni di interesse per la sanità pubblica e animale – come rabbia e malattia di Lyme -, non si ha un quadro completo della situazione. Ne deriva una potenziale forte sottostima del rischio infettivo legato alle Ias (specie alloctone invasive). (Agonb) Des 9:00