Roma, 16 settembre 2022 (Agonb) – I ricercatori dell’Ist. Neurologico Carlo Besta e quelli dell’Ist. di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, hanno pubblicato su Molecular Psychiatry uno studio che dimostra come un piccolo peptide somministrato per via intra-nasale inibisca il deposito e gli effetti tossici di una delle 2 proteine che causano l’Alzheimer. Decenni di ricerca hanno dimostrato che impedire o rallentare la formazione di aggregati delle due proteine non è sufficiente a sconfiggere la malattia. È importante inibire contemporaneamente gli effetti neurotossici di queste due proteine. La nuova strategia sviluppata per contrastare l’Alzheimer si basa su una scoperta antecedente: “Gli esperimenti – commentano Fabrizio Tagliavini e Giuseppe Di Fede, neurologi del Besta – hanno dimostrato che la somministrazione per via intranasale del peptide, in una fase precoce della malattia, è efficace nel proteggere le sinapsi dagli effetti neurotossici della beta-amiloide oltre che nell’inibire la formazione di aggregati della stessa proteina, responsabili di gran parte dei danni cerebrali nell’Alzheimer, e nel rallentare il deposito della beta-amiloide sotto forma di placche nel cervello. Il trattamento sembrerebbe non indurre eventi collaterali che derivano da un’anomala attivazione del sistema immunitario, riscontrati in altre potenziali terapie per l’Alzheimer. Questi effetti multipli costituiscono pertanto una combinazione apparentemente vincente nell’ostacolare lo sviluppo della malattia nei topi”. Conclude Mario Salmona, biochimico dell’istituto Mario Negri: “gli ulteriori vantaggi di questa strategia riguardano i bassi costi di produzione del piccolo peptide, in confronto agli elevatissimi costi di altri approcci terapeutici potenziali per l’Alzheimer come gli anticorpi monoclonali, la semplicità e la scarsa invasività del trattamento per via intranasale, peraltro già utilizzato con successo per altre categorie di farmaci”. (Agonb) Mmo 9:00