Roma, 22 settembre 2022 (AgOnb) – La cronicizzazione dell’epilessia potrebbe essere legata all’uso di molti farmaci antiepilettici, all’assenza di anticorpi diretti contro i neuroni e alla resistenza alle terapie. A sostenerlo è uno studio italiano coordinato dall’Irccs San Martino di Genova, in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona e con il patrocinio della Lega Italiana Contro l’Epilessia (LICE), pubblicato su Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry. Analizzando 263 pazienti seguiti nell’arco di 10 anni si è arrivati a individuare diversi fattori di rischio e biomarcatori che predicono la probabilità di cronicizzazione delle crisi epilettiche. Per gli esperti “i dati mostrano che ciò accade nel 44% dei pazienti colpiti da un attacco autoimmune al sistema nervoso centrale ma soprattutto che, in 8 pazienti su 10, il rischio di successiva epilessia aumenta se le crisi acute sono resistenti alle terapie nonostante un alto numero di farmaci anticrisi utilizzati per controllare gli episodi, se non sono presenti specifici anticorpi diretti contro i neuroni e se l’immunoterapia è risultata inefficace nella fase acuta della malattia anche per un ritardo nella sua somministrazione”. (Agonb) Gta 12:00