Roma, 7 ottobre 2022 (Agonb) – Il colesterolo è tra i principali responsabili di vittime per patologie cardiovascolari nel mondo. L’indagine presentata all’incontro ‘La prevenzione che sta a cuore. Malattie cardiovascolari e colesterolo nei pazienti ad alto rischio: agire prima, in modo intensivo e efficace, per ridurre la mortalità” ha messo in risalto la questione. Oltre il 40% degli intervistati sottovaluta i rischi legati ad alti livelli di colesterolo. L’obiettivo della ricerca è quello di analizzare la conoscenza delle malattie cardiovascolari e la percezione circa le conseguenze dell’ipercolesterolemia. “Siamo nel 2022, ma la conoscenza delle malattie cardiovascolari in Italia non è brillante, anzi” – afferma Emanuela Folco, presidente della Fondazione italiana per il Cuore. “oltre 1 decesso su 3 è imputabile a patologie cardiovascolari. Sono la prima causa di morte sia per gli uomini che per le donne”. Secondo Folco: “i numeri sulla mortalità delle donne rappresentano “un dato molto importante, perché la donna spesso non è consapevole di essere a rischio di malattie cardiovascolari poiché si pensa siano solo malattie maschili. Ma ciò non è vero”. “La difficoltà nel combattere le malattie cardiovascolari” –aggiunge – “sta nella loro “particolarità” di essere “malattie silenti”. La chiave è la prevenzione ma solo per il 17% del campione è opportuno eseguire periodicamente visite di controllo. “Il tema della prevenzione è di grande importanza, ma diventa cruciale quando si parla di paziente ad alto rischio cardiovascolare” – commenta Ciro Indolfi, presidente della Società italiana di Cardiologia – “chi è stato colpito da un evento cardiovascolare, infatti, corre un rischio elevato di andare incontro ad un nuovo infarto o ictus negli anni successivi. Eventi che potrebbero essere ridotti se venissero sempre più implementate le strategie di prevenzione secondaria”- aggiungendo – “proprio nella direzione di un trattamento precoce e rapido va l’abbassamento delle soglie di colesterolo Ldl per l’accesso ai nuovi farmaci anti-colesterolo PCSK9.È stato dimostrato come la sua riduzione rappresenti uno degli obiettivi principali per limitare eventi cardiovascolari quali l’infarto miocardico e contrastare la mortalità”. “La cosa più importante è trattare dal punto di vista terapeutico e farmacologico il profilo lipidico” – spiega Giuseppe Di Tano, presidente Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri Lombardia – “la misura dell’adeguatezza del trattamento ce le danno le Ldl, un parametro silente dal punto di vista sintomatico ma facilmente riproducibile e oggettivo, che permette al medico di famiglia o al cardiologo di essere molto incisivi”. “Se le statine, che sono i farmaci più utilizzati, non garantiscono un livello di Ldl adeguato, bisogna aggiungere un altro farmaco”. “La ricerca” – aggiunge- “sta aiutando perchè abbiamo farmaci molto più aggressivi ed efficaci”. Tanto c’è da fare sulla percezione dell’ipercolesterolemia, infatti il 20% degli italiani non conosce i rischi derivanti da alti livelli di colesterolo, mentre per il 42% il controllo del livello del colesterolo dipende solamente dalla dieta alimentare e dall’attività fisica, trascurando quindi l’efficacia terapeutica. (Agonb) Mmo 9:00