Roma, 13 ottobre 2022 – Alcune particelle tossiche dell’inquinamento atmosferico sono state trovate nel fegato, nel cervello e nei polmoni di bambini non ancora nati. La scoperta è stata definita ‘‘molto preoccupante” dai ricercatori dell’Università scozzese di Aberdeen, poiché il periodo di gestazione dei feti è quello più vulnerabile nello sviluppo umano. La notizia, pubblicata dal giornale britannico Guardian, fa riferimento a una ricerca pubblicata sulla rivista Lancet Planetary Health. Lo studio, che ha coinvolto madri non fumatrici in Scozia e in Belgio, è stato realizzato in luoghi con un inquinamento atmosferico relativamente basso. Ciononostante, è emerso che ogni millimetro cubo di tessuto presentava migliaia di particelle di carbonio nero, respirate dalle donne durante la gravidanza e poi passate al feto attraverso il flusso sanguigno e la placenta. Ciò significa che queste nanoparticelle possono interagire direttamente con i sistemi di controllo degli organi e delle cellule del feto umano, rischiando di provocare danni permanenti. (Agonb) Etr 10:00