Roma, 19 ottobre 2022 (Agonb) – Archiviare i dati usando il DNA? Non è fantascienza, ma una possibilità concreta basata su una forma di stoccaggio incredibilmente compatta e duratura, che potrebbe presto sostituire le molte forme di supporto digitale disponibili. Nel 2019, il governo americano ha lanciato un programma di archiviazione molecolare delle informazioni (Mist) che ha l’obiettivo di trovare un’alternativa alle enormi strutture di archiviazione dati attualmente in uso. La tesi è che il DNA, generalmente impiegato per memorizzare le informazioni genomiche, possa essere utilizzato per memorizzare le enormi quantità di dati digitali che attualmente soffocano i centri dati di tutto il mondo. Per Marke Bathe, professore di ingegneria biologica al Massachusetts Institute of Technology, co-fondatore della start-up Cache DNA, il Dna rappresenta una scelta naturale. Mentre non è ancora del tutto chiaro come potremmo integrare le informazioni memorizzate nel Dna nei computer funzionanti, c’è però chi mette in guardia dai possibili rischi che la sintesi diffusa del DNA potrebbe procurare. Le persone potrebbero infatti utilizzare questo metodo per memorizzare cose diverse dai dati, sintetizzando virus o batteri, senza dimenticare problemi e rischi legati alla privacy. Eppure, secondo i ricercatori, in un futuro non troppo distante da noi, potremmo stampare il DNA da casa. (Agonb) Des 12:00