Roma, 4 novembre 2022 (Agonb) – Anche se già le regole generali di una dieta sana sconsigliano gli spuntini di mezzanotte, pochi studi si sono soffermati sugli effetti simultanei di un’alimentazione tardiva nel rischio di obesità: è esattamente quello che ha fatto, invece, una ricerca condotta da studiosi del Brigham and Women’s Hospital di Boston, che ha scoperto che il momento della giornata in cui mangiamo influisce in modo significativo sul nostro dispendio energetico, sull’appetito e sui percorsi molecolari nel tessuto adiposo. Pubblicato su Cell Metabolism, lo studio ha scoperto che mangiare quattro ore più tardi fa molta differenza per i livelli di fame, per il modo in cui bruciamo calorie dopo aver mangiato e il modo in cui immagazziniamo il grasso. Il team ha studiato 16 pazienti con un indice di massa corporea nel range di sovrappeso o obesi, scoprendo che mangiare più tardi ha effetti profondi sulla fame e sugli ormoni che regolano l’appetito (leptina e grelina), che influenzano la nostra spinta a mangiare. In particolare, i livelli del primo, che segnala la sazietà, sono diminuiti nelle 24 ore in caso di alimentazione tardiva rispetto alle condizioni di alimentazione precoce. Quando i partecipanti hanno mangiato più tardi, hanno anche bruciato calorie a un ritmo più lento e hanno mostrato l’espressione genica del tessuto adiposo verso una maggiore adipogenesi e una diminuzione della lipolisi, che promuovono la crescita del grasso. (Agonb) Cdm 13:00