Roma, 15 novembre 2022 (Agonb) – La miocardite è una malattia infiammatoria del muscolo del cuore che può avere differenti origini e può portare a conseguenze cliniche molto variabili, da quadri asintomatici a grave scompenso cardiaco o aritmie fino alla morte improvvisa. Ad oggi, il metodo standard per la diagnosi è ancora la biopsia endomiocardica, anche se negli ultimi due decenni sono stati introdotti nuovi strumenti, principalmente troponina altamente sensibile e risonanza magnetica cardiaca. Un lavoro firmato da Cristina Basso, anatomopatologa e cardiologa dell’Azienda Ospedale/ Università di Padova – lavoro pubblicato sul New England Journal of Medicine – conferma che la biopsia resta fondamentale per una terapia mirata. “Per fare una diagnosi sicura è necessario fare una biopsia del cuore – spiega Basso -, un esame abbastanza invasivo. Abbiamo però visto che usando tecniche all’avanguardia di Risonanza magnetica siamo in grado di vedere come è fatto il tessuto, il che ci permette già fare una prima diagnosi per capire se siamo in presenza di una infiammazione del miocardio. Se il paziente denuncia sintomi importanti e si sospetta un quadro clinico tale da portare a gravi conseguenze, è però necessario effettuare una biopsia del cuore, necessaria per una terapia mirata alla causa della miocardite e non più solo sintomatica”. (Agonb) Cdm 10:00