Roma, 22 novembre 2022 (Agonb) – La visione periferica funziona come un computer in cui le immagini viste di sfuggita, quelle catturate come si suol dire “con la coda dell’occhio”, vengono colte e memorizzate dai neuroni della corteccia cerebrale, che le elaborano appunto come farebbe un sistema di videosorveglianza costituito da diverse telecamere compensando la scarsa qualità di alcuni dati con altri più attendibili. A sostenerlo è un nuovo studio coordinato dall’Istituto di Neuroscienze del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Cnr-In), in collaborazione con l’Università di Firenze i cui risultati, pubblicati sulla rivista “Nature Communications”, potrebbero ora spalancare la strada ad applicazioni anche nel campo della robotica e della visione artificiale. Per comprendere il meccanismo che consente all’occhio di catturare anche le immagini viste di sfuggita, gli studiosi hanno sfruttato un fenomeno visivo noto come “crowding” (ovvero affollamento) analizzando le risposte di un campione, sottoposto alla visione di un disegno ovale in periferia affiancato da altri disegni, al quale è stato chiesto se l’ovale fosse orizzontale. (Agonb) Des 13:00