Roma, 30 novembre 2022 (Agonb) – Valutare gli effetti avversi dell’esposizione all’inquinamento ambientale in donne in gravidanza è stato l’obiettivo di una ricerca dell’Università degli Studi di Milano pubblicata su Environment International.
Quello che è emerso dallo studio, coordinato da Chiara Macchi, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, è che l’esposizione alle polveri sottili durante la gravidanza si associa a un aumento dei livelli circolanti di PCSK9, proteina responsabile della regolazione del colesterolo “cattivo” LDL, determinando una riduzione dell’età gestazionale alla nascita e un aumento del rischio di ricorso al parto cesareo.
Nel dettaglio, l’età gestazionale alla nascita si riduce di circa una settimana per ogni incremento pari a 100ng/mL dei livelli circolanti di PCSK9. Tale effetto è risultato ancor più significativo nei casi di esposizione ad alti livelli di polveri sottili PM2.5. È stato anche registrato l’aumento del rapporto di probabilità per i parti cesarei d’urgenza per ogni incremento di 100ng/mL di PCSK9, sia quando si è considerata l’esposizione al PM10 sia quella al biossido di azoto NO2.
Allo studio hanno contribuito anche ricercatori del dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari e del dipartimento di Scienze cliniche e di comunità dell’Ateneo milanese. (Agonb) Cdm 11:00.