Roma, 30 nov. (Adnkronos) – Sono circa 21 miliardi gli alberi presenti sul territorio nazionale, circa 200 per ogni italiano con Emilia Romagna e Umbria a far la parte del leone e Sicilia e Valle D’Aosta a fare da fanalino di coda, a fronte di una produzione media annua di 5533 chilogrammi di anidrite carbonica pro capite prodotta nel corso dell’anno di cui il 37% per i trasporti, il 33% per alimentazione e rifiuti, il 25% per il riscaldamento e il 5% per l’illuminazione. Questo è quanto emerge dalla Tavola Rotonda organizzata dall’associazione di protezione ambientale L’Altritalia Ambiente, guidata da Renato Narciso, presso la Sala del Cenacolo della Camera dei Deputati dal titolo ”La gestione del verde pubblico nell’epoca della transizione ecologica”. L’evento è stato patrocinato dall’Onb (Ordine Nazionale dei Biologi) presieduta da Vincenzo D’Anna, dalla federazione nazionale Pro Natura presieduta da Mauro Furlani, dall’Aipin (Associazione Italiana Per l’Ingegneria Naturalistica) presieduta da Federico Preti, dalla Siep (Società Italiana dell’Ecologia del Paesaggio) presieduta da Emilio Padoa Schioppa e dalla Siama (Società Italiana di Aerobiologia Medicina e Ambiente) presieduta da Vincenzo Patella. Scopo dell’iniziativa è stato quello di analizzare con esponenti del mondo politico, scientifico e ambientalista il modo in cui viene gestito e considerato il patrimonio arboreo italiano alla luce dei drammatici cambiamenti climatici, oramai sotto gli occhi di tutti e dell’inquinamento che affligge i centri altamente urbanizzati. Nel corso del convegno sono emersi come in tantissime città del Belpaese vengano posti in essere tagli indiscriminati, effettuate capitozzature e potature fuori stagione, spesso effettuate da personale non specializzato, la mancata cura dei pini attaccati dalla Toumeyella Parvicornis, la cosiddetta cocciniglia un parassita nord americano e il fabbisogno delle centrali a biomasse. Tali azioni oltre a creare un forte danno estetico e paesaggistico vanno a colpire l’unico strumento naturale che può abbassare notevolmente i livelli di inquinamento nelle città e causare un abbassamento termico durante le sempre più calde estati a tutto beneficio del risparmio energetico (e monetario). Tra le città prese in esame, piccoli e grandi centri simbolo della Penisola, come la capitale Roma o centri minori ma, vetrina delle bellezze paesaggistiche italiane, come San Remo in Liguria o Perugia, cuore della cosiddetta ”verde Umbria”. (segue) (cro/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 30-NOV-22 18:15 NNNN